La scelta della semplicità è a volte la più difficile. Perché pone in discussione la capacità espressiva e la carica simbolica dell’edificio. Qui il progettista Davide Friso ha scelto di manifestare il senso dell’architettura nel portale definito dal grande arco dominato dalla croce a “tau” e caratterizzato nella parte superiore dai mattoni disposti a treillage, soluzione tipica delle cascine padane. Significativa anche la presa di luce superiore che conforma tutta la copertura e permette di esaltare la posizione dell’altare e del crocifisso all’interno. Si tratta di un progetto improntato alla moderazione e all’equilibrio. All’edificio della chiesa fa da contrappeso quello delle opere parrocchiali mentre tra i due si apre lo spiazzo libero per le attività parrocchiali.
Lo presentiamo con la relazione dell’Autore.
Nell’ultimo ventennio il territorio di Nova Milanese è stato interessato da un intenso fenomeno di urbanizzazione diffusa, caratteristica di molti comuni dell’hinterland situati a nord di Milano. Nel tessuto urbano si è stabilita una omogeneità costruttiva che spesso lega, in maniera indifferenziata, centro storico, periferie residenziali, aree artigianali e commerciali. Il quartiere di S. Bernardo, soprattutto, ha conosciuto nell’ultimo decennio, un notevole incremento di nuovi insediamenti residenziali. L’unico centro aggregativo del quartiere, non solo a livello religioso, ma anche a livello sociale e di servizio per la comunità, è la piccola Chiesa vecchia di S. Bernardo (con capienza di 80 persone circa) con annesso un piccolo edificio adibito a Oratorio (circa 190 mq). Le strutture sopra citate, sono del tutto insufficienti a soddisfare le esigenze della comunità del quartiere; di queste, l’edificio – Oratorio è in precarie condizioni architettoniche.
IL PROGETTO
Il nuovo Centro pastorale di S. Bernardo sorge lungo la via Venezia, all’altezza della scuola elementare e materna comunali; da anni questo asse viario costituisce il collegamento “breve e veloce” tra la vecchia Valassina e la statale Monza – Saronno, oltre ad essere la via più ampia e trafficata del quartiere. Con queste premesse e in questo contesto, il progetto è nato con l’intento, compiutamente funzionale ed architettonico, di fornire al quartiere degli spazi che permettano di recuperare valori di misura, calma riflessiva, riposante spazialità, relazioni umane e fraterne, calati nella frenesia del vivere contemporaneo. Questi quindi i principi progettuali generatori del complesso: volumi architettonici semplici, chiari e riconoscibili, inseriti in una maglia planimetrica ortogonale scandita e leggibile in alzato tramite spazi aperti e porticati.
Il fronte principale del complesso, su via Venezia, ne identifica subito la stratigrafia funzionale: il portico-vestibolo ad arco, di immediata lettura visiva, con la sua forma invitante ed accogliente; l’aula liturgica, in cui il fedele è accompagnato dalle vetrate laterali della Via Crucis verso la croce frontale del Cristo; la “vela” segnata da un sottile “taglio” di luce che si innalza sopra il presbiterio e conduce alla vetrata centrale absidale, che rappresenta il Pane ed il Vino eucaristico, in cui si conclude – ed ha “principio” – il cammino visivo del fedele; il porticato tra la Chiesa ed il corpo ad L dell’Oratorio, che crea una sorta di chiostro, chiuso su tre lati e aperto sul lato frontale, come ad accogliere la gente. L’uso dei materiali è in stretta relazione con gli intenti ed i principi costruttivi sopra descritti: il mattone a vista per le murature esterne che intende riferirsi alla qualità materica e cromatica di numerose cascine e corti della Brianza, ma anche alle chiese, pievi e chiostri tipiche dell’area milanese; il legno per le strutture di copertura, sia in orizzontale che in verticale (la grande vela), materiale “caldo” e ricco di storia, tipico di questa tradizione ed usato secondo la moderna tecnologia (legno lamellare); il rame per le coperture, materiale millenario plasmato dall’uomo sino alla grande scala architettonica di chiese e palazzi; il cotto e la pietra, per le pavimentazioni, sia interne che esterne. Il complesso dal punto di vista tecnico-costruttivo, è diviso in due elementi principali, chiari, ben distinti e leggibili: la Chiesa e l’Oratorio.
Il fronte principale della Chiesa è caratterizzato da una larga fenditura ad arco, una sorta di grande portale sempre aperto che accoglie i fedeli e li guida verso l’ingresso; l’intento, oltre che pratico e funzionale, è quello di creare un elemento essenziale e simbolico, ben chiaro e visibile anche da lontano o passando lungo la strada. Due sottili fenditure in pietra bianca ne segnano i rapporti geometrici ed inquadrano il disegno del mattone, posato, nella fascia centrale sopra l’arco, a file alternate in aggetto di 30 mm e con intarsi alternati con posa a 45°; altri due elementi in pietra bianca, segnato l’imposta del grande arco. Sulla facciata, immediatamente sopra la chiave di volta dell’arco, al centro, poggia una croce a “T” in pietra bianca, su cui poserà la scultura bronzea del Cristo crocifisso.
Nella progettazione interna della Chiesa – ad impianto longitudinale anche in relazione alla planimetria del contesto – grande importanza hanno avuto, alcune parole dell’ex Cardinale Arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini, rivolte agli architetti di nuove chiese in occasione del convegno “Costruttori di Cattedrali” il 7 novembre 1995.
Così diceva: “(…) Un’altra indicazione importante riguarda la simbologia delle forme architettoniche. Più di una volta, entrando in una nuova Chiesa, mi sono stati spiegati tutti i particolari. Ma i simboli non sono da “spiegare”, bensì da intuire. La simbologia degli spazi e, in genere, delle forme architettoniche, deve essere percepibile con gli occhi e con il respiro. (…) I simboli non sono riducibili alla logica delle spiegazioni, ma devono essere perspicui, devono essere più goduti che capiti, devono parlare non solo a prima vista…” Uno dei simboli chiave della fede cristiana è quello della Luce, di un Dio che nella croce diventa fonte inesauribile di Vita, di Speranza, di Risurrezione, Luce eterna.
Sin dall’esterno, si nota il contrappunto tra la forma quadrangolare e stereometrica della Chiesa, e l’elemento centrale a “vela” che ascende nella zona presbiteriale; tale presenza, inserita in un contesto nel quale anche gli edifici circostanti l’area non sono di altezza rilevante, è dunque il riferimento compositivo e visuale, segno urbano e richiamo per la comunità.
Entrando in Chiesa, come già sintetizzato prima, tre saranno gli elementi simbolici cardine: le vetrate della Via Crucis, che accompagnano il fedele nel suo cammino, in sequenza parallela lungo le finestrature a nastro laterali, in vetrocamera colorato; il “taglio” sulla vela inclinata che cattura ed indirizza la luce, illumina il presbiterio e sale sino l’abside quadrangolare inclinata; la grande vetrata, vera e propria materializzazione eucaristica – conclusione ed “inizio” a nuova vita del cammino del fedele, opera di Italo Peresson.
Gli elementi liturgici, sono nati dal serrato dialogo tra lo scultore Sandro Leonardi e l’Arch. Davide Friso, in seno alle simbologie e gli intenti già propri del progetto architettonico, teso ad esprimere, in ogni elemento, un profondo senso spirituale ed ascetico. La croce lignea del Cristo, in virtù del percorso del fedele, identificato sia nella pavimentazione che nel taglio luminoso del lucernario della “vela”, è come “smaterializzata” dalla luce e quindi materializzata in luce stessa: il corpo del Cristo crocifisso, ormai privo del peso della croce, sembra quasi abbracciare il fedele, risalta nella bianca parete ed quasi già proteso e rivolto verso la Risurrezione.
Anche gli altri tre elementi liturgici, hanno un valore profondo e spirituale rivolto al fedele: l’elemento del santissimo, come una sorta di “mano chiusa”, scrigno prezioso che custodisce l’Eucarestia; il blocco dell’altare che accoglie il percorso del fedele segnato dalla lunga fascia in pietra bianca e si apre poi con altri tagli visuali verso l’assemblea; l’ambone, chiuso e compatto ma con una figura simbolicamente scolpita ed accennata, che si protrae verso il fedele per diffondere la Parola. L’aula liturgica a pianta rettangolare, di circa 350 mq, più il presbiterio di circa 70 mq, è caratterizzata dai pilastri-lesene, che sostengono tutta la struttura portante della copertura, maglia quadrangolare e scandiscono con una chiara ripartizione il registro sia del presbiterio (il Santissimo, la Croce e l’altare, l’ambone proiettato verso l’aula), e sia dell’ingresso (il portale principale, i due accessi secondari, i confessionali).
Il luogo della riposizione eucaristica, ben leggibile anche dall’esterno, è stato concepito come un possente scrigno a pianta circolare che protegge e custodisce il Santissimo “che tutto abbraccia nell’amore”.
Questo scrigno è costantemente in “luce”, in quanto illuminato da un lucernario zenitale e da a quattro corpi illuminanti cilindrici calati dal soffitto. La copertura della Chiesa, segue la maglia planimetrica ortogonale sottostante, con struttura primaria e secondaria in legno lamellare di larice tinto chiaro, a vista, con perlinatura lignea di tamponamento e rivestita esternamente, come anche la copertura della “vela” del presbiterio, in pannelli metallici coibentati colore verde. La pavimentazione interna della Chiesa, è in lastre di gres porcellanato color grigio antracite; le pareti sono interamente intonacate color bianco. La pavimentazione dell’altare è in granito nero assoluto, a fasce trasversali, alternate con finitura bocciardata e lucida. La Chiesa è collegata, tramite una porticato, all’edificio dell’Oratorio, ad L, segnato lungo i lati Sud e Nord da un porticato che ne distribuisce gli accessi; tale edificio ha come perno e fulcro centrale l’elemento d’ingresso, situato all’incrocio tra i due bracci. A questo elemento si innestano, due distinte zone funzionali: quella “ricreativa” con il bar, la cucina ed il salone, e quella “educativa “ con le aule per la catechesi.
Dall’ingresso, con annessi un l’appartamento, uno studio, i servizi e la segreteria, si accede, tramite un disimpegno, al porticato posto a Sud che corre lungo tutto il prospetto, rivolto, come anche il salone, verso i campi gioco. All’estremità Sud – Ovest del complesso, tramite una scala interna ampia e rettilinea, è situato l’accesso ai saloni del piano primo, anch’essi riservati alle attività educative e formative.
La zona del sagrato, il cortile ed i porticato riprendono la maglia ortogonale dell’impianto planimetrico, sia della Chiesa che dell’Oratorio, evidenziata da fasce bianche ortogonali, all’interno delle quali sono inseriti elementi quadrati color grigio antracite.